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Let’s Get Digital! NFT e nuove realtà dell’arte digitale

Dal 18 maggio al 31 luglio 2022 Palazzo Strozzi presenta Let’s Get Digital!, nuovo progetto espositivo che porta negli spazi della Strozzina e del cortile la rivoluzione dell’arte degli NFT e delle nuove frontiere tra reale e digitale attraverso le opere di artisti internazionali quali Refik Anadol, Anyma, Daniel Arsham, Beeple, Krista Kim Andrés Reisinger.

Promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Fondazione Hillary Merkus Recordati e a cura di Arturo Galansino (Direttore Genearale, Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze) e Serena Tabacchi (Direttrice MoCDA, Museo d’arte digitale contemporanea), la mostra presenta un percorso tra installazioni digitali ed esperienze multimediali create da artisti che esprimono le nuove e poliedriche ricerche della Crypto Art, basata sul successo degli NFT, certificati di autenticità digitali che stanno ridefinendo i concetti di unicità e valore di un’opera d’arte. Let’s Get Digital! propone uno sguardo su un movimento in piena evoluzione e trasformazione, che per molti costituisce solo il punto di partenza per una sempre più accelerata commistione tra estetica e nuove tecnologie, una rivoluzione per tutto il mondo dell’arte, digitale e non solo.

www.palazzostrozzi.org

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Donatello, il Rinascimento

Dal 19 marzo 2022 Fondazione Palazzo Strozzi e Musei del Bargello presentano Donatello, il Rinascimento, una mostra storica e irripetibile che mira a ricostruire lo straordinario percorso di uno dei maestri più importanti e influenti dell’arte italiana di tutti i tempi, a confronto con capolavori di artisti come Brunelleschi, Masaccio, Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Raffaello e Michelangelo.

A cura di Francesco Caglioti e concepita come un’unica mostra su due sedi, Palazzo Strozzi e Museo Nazionale del Bargello, il progetto nasce come una celebrazione di Donatello in dialogo con musei, collezioni e istituzioni di Firenze e di tutto il territorio italiano oltre che tramite fondamentali collaborazioni internazionali, per allargare la riflessione su questo maestro nel tempo e nello spazio, nei materiali, nelle tecniche e nei generi, e ad abbracciare finalmente le dimensioni dell’universo donatelliano.

Promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Musei del Bargello. In collaborazione con Staatliche Museen di Berlino e Victoria and Albert Museum di Londra e con F.E.C. – Fondo Edifici di Culto.

In occasione della mostra Donatello, il Rinascimento, Fondazione Palazzo Strozzi propone la speciale iniziativa Donatello in Toscana: un viaggio nel territorio della regione sulle tracce del “maestro dei maestri” e delle sue opere.

La mostra Donatello, il Rinascimento si pone come un’occasione storica e irripetibile che ricostruisce, attraverso oltre 130 opere nelle due sedi di Palazzo Strozzi e del Museo Nazionale del Bargello, lo straordinario percorso di uno dei maestri più importanti e influenti dell’arte di tutti i tempi, a confronto con altri grandi artisti, non solo della sua epoca. Grazie al progetto Donatello in Toscana, l’esposizione si apre alla scoperta di oltre 50 opere di Donatello disseminate in tutto il territorio della regione che, durante il periodo della mostra, rappresentano l’occasione di un’ulteriore immersione nell’universo donatelliano.

Un viaggio che parte da Palazzo Strozzi, a Firenze e prosegue tra le province di Arezzo, Pisa, Prato e Siena, grazie a una speciale mappa tematica che lega 16 diversi luoghi in un’idea di esposizione diffusa. Distribuita gratuitamente in formato cartaceo, e disponibile online con approfondimenti e informazioni sui luoghi, sulle opere e arricchita da tutte le immagini, la mappa di Donatello in Toscana diviene uno strumento imprescindibile per approfondire e conoscere le opere del maestro nel territorio della regione.

Il percorso si snoda in 16 punti di interesse, a Firenze: Palazzo Strozzi, Museo Nazionale del Bargello, Orsanmichele, Basilica di San Lorenzo, Basilica di Santa Croce, Opera di Santa Maria del Fiore (con Battistero, Cattedrale, Museo dell’Opera del Duomo), Museo di Palazzo Vecchio, Museo Stefano Bardini, Chiesa di Santa Trìnita; ad Arezzo: Cattedrale; a Pisa: Museo Nazionale di San Matteo; a Pontorme: Chiesa di San Martino; a Prato: Museo dell’Opera del Duomo e Cattedrale, Museo di Palazzo Pretorio; a Siena: Opera della Metropolitana di Siena (Battistero, Duomo, Museo dell’Opera del Duomo); a Torrita di Siena: Chiesa delle Sante Flora e Lucilla.

Fonte PalazzoStrozzi.org

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Le icone russe delle Gallerie degli Uffizi

L’arte religiosa della Grande Madre Russia da domani trova un posto nel cuore di Firenze, nella reggia di Palazzo Pitti, dove sarà esposta in maniera permanente a partire dal 2 gennaio. La collezione di 78 icone russe, raccolta a Firenze già dai Medici e soprattutto dai Lorena nel corso del Settecento, la più antica del genere al mondo al di fuori della Russia stessa, verrà infatti per la prima volta esposta in un nuovo allestimento. Si tratta di quattro grandi sale con affreschi seicenteschi affacciate sul cortile al piano terra di Palazzo Pitti: appena restaurati, questi spazi entrano ora a far parte del normale percorso di visita della reggia.

L’allestimento del museo (progettato da Mauro Linari insieme a Paola Scortichini e Pietro Petullà, con l’illuminotecnica a cura dello stesso Linari e Claudia Gerola, e con la curatela storico-artistica di Daniela Parenti) è improntato alla leggerezza e alla trasparenza e privilegia la facilità di lettura delle icone, (dotate di didascalie descrittive in italiano, inglese e cirillico), lasciando intatta la vista degli affreschi del ‘600 che ornano le pareti e i soffitti. Sarà una novità nella novità: prima d’ora, infatti, questi ambienti della Reggia medicea, appositamente restaurati non sono mai stati regolarmente aperti al pubblico. Anche la suggestiva, elegantissima Cappella Palatina, con gli affreschi ottocenteschi di Luigi Ademollo, ora interamente restaurataverrà riaperta e sarà visitabile tutti i giorni.

Inoltre, sul sito delle Gallerie degli Uffizi (www.uffizi.it/mostre-virtuali), è visitabile la mostra virtuale a cura di Daniela Parenti, curatrice della pittura Medievale e del Quattrocento, e delle Icone russe degli Uffizi, La Luce del Sacro: Icone russe a Palazzo Pitti ,interamente dedicata ai tesori di questo nuovo museo.

In occasione dell’apertura del Museo delle Icone russe, sul sito web degli Uffizi (www.uffizi.it/video-storie) viene anche pubblicato il primo video in lingua russa (con sottotitoli). Si tratta di un’introduzione alla storica raccolta di Palazzo Pitti da parte di Zelfira Tregulova, direttrice della Galleria Tret’yakovskaja di Mosca, il museo con la più grande e importante collezione di icone russe al mondo.

LA COLLEZIONE


Le icone russe delle Gallerie degli Uffizi furono tutte eseguite fra il tardo Cinquecento e la metà del Settecento
. Gli esemplari più antichi appartennero ai granduchi della casata dei Medici e vengono già menzionati intorno alla metà del ‘600 negli inventari degli arredi della Cappella delle Reliquie di Palazzo Pitti.  Il gruppo più numeroso arriva invece a Firenze durante il regno di Francesco Stefano di Lorena (1737-1765). Nel suo insieme, questa collezione di icone russe – documentata a Palazzo Pitti nel 1761 – è la più antica conservata al di fuori dei territori dell’antica Rus’, entità coincidente più o meno con i territori della Russia occidentale, l’Ucraina e la Bielorussia. Gli esemplari più antichi della raccolta, eseguiti fra XVI e XVII secolo, sono riconducibili a pittori che lavoravano per la corte degli zar nel Palazzo dell’Armeria del Cremlino a Mosca, principale centro di riferimento per l’arte e la produzione di questo tipo di opere prima della fondazione della nuova capitale San Pietroburgo. Anche molte delle icone dei primi decenni del Settecento si si ispirano a modelli della scuola moscovita, ma furono verosimilmente realizzate in botteghe provinciali della Russia centrale. Si tratta per lo più icone di medie e piccole dimensioni, destinate alla devozione domestica e personale. Ve ne sono anche alcune la cui esecuzione è probabilmente dovuta a maestri attivi a Kostroma e Jaroslavl, antiche città sul fiume Volga a nord di Mosca. Per pochi anni, alla fine del Settecento, l’intera raccolta fu esposta nella Galleria degli Uffizi come testimonianza della pittura bizantina, nell’ambito della riscoperta delle antichità cristiane. Nel 1796 molti esemplari furono tuttavia rimossi dal percorso espositivo e relegati in gran parte nella villa medicea di Castello, dove sono rimasti fino all’inizio del XX secolo. In anni più recenti, vari tentativi sono stati fatti di reinserire la raccolta nei percorsi museali cittadini, prima a palazzo Pitti, poi alla Galleria dell’Accademia, ma non erano mai andati a buon fine.

da arte.it

http://www.uffizi.it

 

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La grande mostra “Pompei 79 d.C. Una storia romana” al Colosseo

Pompei 79 d.C. Una storia romana è la grande mostra che dal 9 febbraio  accoglierà tutto il pubblico al secondo ordine del Colosseo.

Una storia mai tentata prima del lungo rapporto tra Roma e Pompei, che prova a restituire in maniera compiuta il complesso dialogo che lega le due realtà più famose dell’archeologia italiana, dalla Seconda guerra sannitica (fine del IV sec. a.C.) all’eruzione del 79 d.C. Un racconto dall’alto valore scientifico, basato sulla ricostruzione delle relazioni sociali e culturali rintracciabili in particolare attraverso la ricerca archeologica.

La mostra, curata nel progetto di allestimento e nella grafica da Maurizio di Puolo, è promossa dal Parco archeologico del Colosseo con l’organizzazione di Electa e si è avvalsa della collaborazione scientifica del Parco archeologico di Pompei e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. 

La mostra, con i suoi quasi 100 reperti, arricchita da video e proiezioni virtuali, è suddivisa in tre grandi sezioni – la fase dell’alleanza, la fase della colonia romana, il declino e la fine –, intervallate da intermezzi dedicati a due momenti cruciali che hanno segnato la lunga storia di Pompei: l’assedio romano dell’89 a.C. e il terremoto del 62 d.C., fino all’evento distruttivo del 79 d.C. che segna l’oblio del centro vesuviano mentre Roma si avvia a divenire una metropoli senza precedenti.

Fonte https://parcocolosseo.it/evento/al-colosseo-la-mostra-pompei-79-d-c-una-storia-romana/

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Ottavio Leoni – Volti e storie, FondazioneCRFirenze

Nello Spazio Mostra Fondazione CR Firenze è stata allestita la prima esposizione monografica dedicata al ritrattista Ottavio Leoni. Sessantuno opere in mostra, disegni realizzati tra la fine del Cinquecento e il 1629 che rappresentano personaggi della nobiltà romana, “uomini d’arme e di governo, poeti, musici e artisti”.

“Volti e Storie: Ottavio Leoni (1578-1630) – ritrattista nell’Accademia Colombaria e nelle raccolte fiorentine” a cura di Piera Giovanna Tordella e promossa da Fondazione CR Firenze in collaborazione con l’Accademia La Colombaria.

Fino al 16 febbraio 2020, ingresso gratuito, tutti i giorni orario 10-17.

Info www.fondazionecrfirenze.it

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Enigma Pinocchio. Da Giacometti a LaChapelle, Villa Bardini

Una mostra che raccoglie oltre 50 capolavori dell’arte contemporanea per la prima volta a Firenze. Da Giacometti a LaChapelle, da Munari a Paladino, da Calder a Ontani, da McCarthy a Venturino Venturi, la mostra vuole dare conto del ruolo e dell’importante passaggio che questa figura ha avuto nell’arte del secolo scorso. Una storia senza tempo, universale e poetica, per trasmettere anche valori educativi alle nuove generazioni. Le opere sono accompagnare da installazioni multimediali realizzate per coinvolgere lo spettatore in esperienze ricche di suggesioni.

For the first time in Florence, an exhibition that brings together over 50 masterpieces of contemporary art. From Giacometti to LaChapelle, from Munari to Paladino, from Calder to Ontani, from McCarthy to Venturino Venturi, the exhibition aims to give an account of the role and the important passage that this figure had in the art of the last century. A timeless story, universal and poetic, to also transmit educational values ​​to the new generations. The works are accompanied by multimedia installations created to involve the viewer in experiences rich in suggestions.

Fino al 22 marzo 2020
Per info www.villabardini.it

Enigma Pinocchio

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Corpo a Corpo, Villa Bardini

ITA – Per la prima volta 35 artisti contemporanei di arte figurativa presentano assieme le loro opere che si ispirano alla tradizione classica dei grandi maestri del passato.

Il titolo della mostra è un’espressione scelta per indicare una lotta da vicino. Corpo a Corpo rappresenta l’efficace unione fra il gesto tecnico e la rappresentazione della natura che stimola l’artista ad intraprendere una continua ricerca, codificando i fenomeni visivi in un linguaggio personale.

ENG – For the first time 35 contemporary artists of figurative art present their works together inspired by the classical tradition of the great masters of the past.
The title of the exhibition is an expression chosen to indicate a close contact struggle. Corpo a Corpo represents the effective union between the technical gesture and the representation of nature that stimulates the artist to undertake a continuous search, codifying the visual phenomena in a personal language.

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Corpo a Corpo fino al 12 gennaio 2020 a Villa Bardini
Info www.villabardini.it